giovedì 22 gennaio 2009

sportello informativo handicap (4°)

........Un ultimo intervento sullo Sportello Informazioni Handicap....riguarda le attività previste che sono articolate nelle seguenti aree/ambiti di intervento:Centro studi: rendere fruibili i servizi ai cittadini disabili e alle loro famiglie, attraverso la raccolta, archiviazione e divulgazione di informazioni sui servizi specifici sulla disabilitàServizio di Accoglienza: accogliere in modo qualificato e tempestivo le richieste ed i bisogni delle persone ed indirizzarle verso le aree di consulenza o di intervento più idonee, seguendole, ove necessario, nel disbrigo delle pratiche.Gruppo famiglie: relazione di aiuto che si stabilisce con i genitori sulla base della filosofia dell’auto-aiuto: attraverso la condivisione, l’identificazione e il confronto delle proprie difficoltà con altri nella stessa situazione, aiutando i familiari a scoprire come e perché si ritrovano disarmati e spesso impotenti davanti alle scelte e alle attitudini di vita del proprio figlio.Oltre alla costituzione di gruppi di auto mutuo aiuto è prevista l’istituzione di un numero telefonico dedicato per dare la possibilità a tutti i familiari di persone con disabilità di entrare in contatto con genitori, fratelli e sorelle di bambini e adulti disabili, per avere un confronto diretto ed empatico con chi vive ed è coinvolto direttamente nella disabilitàConsulenza per la famiglia: realizzazione di interventi per la promozione del benessere familiare, basati sul dialogo e sulla comunicazioneSeminari informativi su tematiche relative alla disabilità, al fine di diffondere una cultura della diversità che sia valore e ricchezzaL’attività specifica del servizio “Sportello Informativo Handicap” (SIH !) comprende:informazioni telefoniche;ricevimento in sede priva di barriere architettoniche;pubblicazione e diffusione di un periodico d’informazione “AGEDI News” ;utilizzo della rete internet quale canale di input/output delle informazionicontatti diretti con familiari ( genitori, sorelle, fratelli) di persone con disabilitàincontri di auto-aiutoconsulenza legaleconsulenza familiareseminari informativi o Iformazione Handicap....Con questo ho veramente finito L' ARGOMENTO.

sportello informativo handicap(3°)

.......Riallacciando il discorso sullo "Sportello Informativo Handicap".....
volevo precisare che l 'obiettivo fondamentale è quello di sostenere, indirizzare e fornire informazioni utili alle persone disabili ed alle loro famiglie, concorrendo in tal modo all'emancipazione dalla condizione di disabilità che molte persone vivono per la difficoltà ad esercitare i propri diritti sociali e umani, riconosciuti da una legislazione spesso disattesa o travisata.
Per questo le finalità dello Sportello Informativo Handicap sono: rendere fruibili i servizi ai cittadini disabili e alle loro famiglie, attraverso la raccolta, archiviazione e divulgazione di informazioni sui servizi per la disabilità presenti a livello locale, regionale, nazionale ed europeo; incentivare e favorire la relazione sociale delle persone disabili e delle loro famiglie; istituire un centro di documentazione che funga da osservatorio sociale sulla situazione del territorio di riferimento, per avere il panorama completo dei servizi e delle risorse e garantire notizie sui bisogni emergenti in base alle richieste; promuovere una cultura dell’auto mutuo aiuto creando iniziative di scambio di esperienze tra i vari nuclei familiari affinché la famiglia della persona disabile divenga risorsa per se stessa e per gli altri organizzare seminari di formazione per sensibilizzare l’opinione pubblica sul fenomeno della disabilità e dell’emarginazione sociale; consentire il collegamento informatico con le diverse banche dati nazionali ed europee.

mercoledì 21 gennaio 2009

Sportello informativo handicap (2°)

.....Riprendendo il discorso precedente sullo "sportello Informazioni handicap".............
oltre alla costituzione di gruppi di aiuto mutuo aiuto è prevista l’istituzione di un numero telefonico dedicato per dare la possibilità a tutti i familiari di persone con disabilità di entrare in contatto con genitori, fratelli e sorelle di bambini e adulti disabili, per avere un confronto diretto ed empatico con chi vive ed è coinvolto direttamente nella disabilità
Questo punto rappresenta il nodo cruciale dello spirito associativo, poiché sulla base della propria esperienza, nata proprio dal bisogno dei genitori di confrontarsi e di risolvere problematiche comuni, si è maturata la coscienza che l'integrazione sociale delle persone disabili non può in alcun modo prescindere dal contesto familiare in cui esse vivono e si confrontano.
La maggior parte delle famiglie con un figlio disabile sono ormai emerse dall'ombra sociale che per molti anni le ha avvolte, ma per tante c'è ancora la necessità e l'urgenza di completare quel processo di cambiamento che ha come obiettivo l'accettazione reale di tutte le proprie peculiarità, oltre che di tutte le proprie difficoltà. Aldilà di ogni tipizzazione schematica, impossibile da rintracciare nelle infinite variazioni degli intrecci familiari in risposta a eventi così drammatici, numerosi studiosi hanno evidenziato le difficoltà profonde che queste famiglie sono chiamate a fronteggiare.
Le famiglie che provvedono alla cura e all’assistenza rappresentano un’essenziale supporto alla tutela dei diritti dei loro figli disabili e sono una risorsa fondamentale ai processi di prevenzione, alla deistituzionalizzazione, alla promozione della vita indipendente ed al sistema di servizi di supporto alla comunità.
Queste famiglie chiedono sostegni mirati e più inclusivi, chiedono servizi appropriati, chiedono di essere coinvolte nella definizione dei bisogni e nelle fasi di valutazione e monitoraggio degli stessi.
Chiedono che vengano garantiti servizi di sostegno al mantenimento nel contesto di vita familiare delle persone con disabilità, tramite inclusione sociale e godimento dei diritti umani, in modo personalizzato ed appropriato. Chiedono informazione accessibile.
Nasce da qui l’idea di implementare lo Sportello Informativo Handicap con un’area dedicata interamente alle famiglie, che sia attenta ai bisogni ( espressi e/o latenti) delle famiglie di persone disabili.
Questo principio trova fondamento legislativo nella Legge n°104/92 “Legge-quadro per l'assistenza, l'integrazione sociale e i diritti delle persone handicappate", che nonostante non abbia dato obblighi agli enti competenti, ha favorito una svolta culturale rilevante, su tutto il territorio nazionale, a favore della deistituzionalizzazione e dell’integrazione sociale delle persone disabili nella società; nella Legge 328/2000 “Legge quadro per la realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali”che intende riconoscere e sostenere il ruolo peculiare delle famiglie nella formazione e nella cura della persona, sostenendo e valorizzando i loro molteplici compiti che vengono svolti sia nei momenti critici e di disagio, sia nello sviluppo della vita quotidiana (art. 16 ); nella Legge Regionale n° 23/2003 “ Realizzazione del sistema integrato di interventi e servizi sociali nella Regione Calabria (in attuazione della legge n. 328/2000)”con cui la Regione assicura alle persone e alle famiglie un sistema integrato di interventi e servizi sociali, promuove interventi per garantire la qualità della vita, pari opportunità, non discriminazione e diritti di cittadinanza, previene, elimina o riduce le condizioni di disabilità, di bisogno e di disagio individuale e familiare derivanti da inadeguatezza di reddito, difficoltà sociali e condizioni di non autonomia ( Art.1 ); nella Legge Regionale n°1/2004 “Politiche Regionali per la Famiglia” La Regione con la presente legge, promuove il servizio pubblico alla famiglia, predispone e attua iniziative e procedimenti mirati alla tutela dei componenti della famiglia, attraverso una organica e mirata politica sociale per promuovere e sostenere il diritto della famiglia al libero svolgimento delle sue funzioni, ritenendola l’ambito più importante in cui si forma e si sviluppa la personalità dell'individuo(Art.2 ); nella Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, che fornisce il primo strumento giuridico internazionale vincolante - per i Paesi che l’ hanno sottoscritta ( tra i quali l’Italia )- riguardante i diritti umani delle persone con disabilità e rappresenta un traguardo storico per le opportunità delle oltre 650milioni di persone con disabilità di tutto il mondo, e delle loro famiglie.

lo sportello informativo handicap (1°)

Oggi ho deciso di inoltrarmi in una riflessione molto importante che vorrei condivedere con voi......e che avrà ampio spazio all'interno del mio blog
La mission di tutti gli interventi associativi è quella di promuovere e realizzare iniziative di contrasto al bisogno di chiunque, in situazione di grave o gravissima disabilità personale e/o sociale, rischia di essere escluso dal proprio contesto di vita.
Lo “Sportello Informativo Handicap” rappresenta una risposta al bisogno delle persone con disabilità e delle loro famiglie, di ottenere consulenze ed informazioni esatte, costanti, esaurienti, controllate e verificate che consentano loro di raggiungere un maggior benessere psico - fisico, autonomia personale ed integrazione sociale.
Il Progetto persegue la finalità di offrire ai cittadini disabili e alle loro famiglie un servizio di ascolto, informazione, incontro, consulenza gratuiti. Inoltre lo Sportello offre la possibilità alle famiglie di incontrarsi e confrontarsi sui problemi specifici della disabilità attraverso incontri di auto-mutuo aiuto.
L’ascolto avviene attraverso una linea telefonica per dare la possibilità all’utente di esprimere una richiesta specifica. Spesso, durante la conversazione, si evidenziano problematiche più complesse che richiedono l’intervento di figure professionali, ed è per questo che nella struttura è inserita un’equipe di supporto.
L’informazione rappresenta elemento di partecipazione, di crescita personale e sociale, nonché strumento per l’autonomia. Viene alimentata dalle svariate riviste alle quali l’Associazione è abbonata, dai siti internet a carattere legislativo e sociale.
L’incontro è uno dei punti cruciali, in quanto passaggio fondamentale per programmare un intervento atto a concretizzare l’esigibilità dei diritti della persona disabile. Tenendo sempre presente che l’utente deve essere stimolato ad autodeterminarsi favorendo cosi l’integrazione nel mondo in cui vive, si tende a favorire la relazione diretta con gli Uffici competenti, a meno che non si tratti di persone impossibilitate a muoversi o a relazionarsi con il mondo esterno.
La consulenza viene fornita da figure tecniche professionali (assistente sociale, psicologo, consulente legale, mediatore familiare) in relazione alla problematica esposta.
Gruppo famiglie: relazione di aiuto che si stabilisce con i genitori sulla base della filosofia dell’auto-aiuto: attraverso l’empatia, la condivisione, l’identificazione e il confronto delle proprie difficoltà con altri nella stessa situazione, aiutando i familiari a scoprire come e perché si ritrovano disarmati e spesso impotenti davanti alle scelte e alle attitudini di vita del proprio figlio.

un aiuto concreto

Oggi voglio proporvi una riflessione su un' iniziativa che mi ha molto incuriosita:

"Può essere anche una relazione di violenza, quella tra assistente personale e donna disabile: lo dicono i promotori del progetto europeo "I Care - disabled women and personal assistance against violence".
Per l’Italia, se ne occupa DPI (Disabled Peoples’International - Italia)
Secondo Rita Barbuto, direttore di DPI Italia, il progetto - che riflette sul legame tra la mancanza di intimità, sperimentata delle donne disabili, e la possibile violenza esistente nella relazione tra donna con disabilità e assistente personale - avrebbe un rilievo particolare in Italia, dove le tematiche di genere legate alla disabilità sono poco approfondite.
Secondo la Barbuto, l’importanza della tematica a livello europeo si spiega perché in essa è racchiusa una denuncia di lesione del diritto umano fondamentale di libertà e autodeterminazione. In questo senso si spiega il forte coinvolgimento di DPI Italia, che “da anni lavora per la promozione e la tutela dei Diritti Umani, l’inclusione in tutti gli ambiti della vita sociale, politica e culturale, per garantire pari opportunità e per rafforzare attraverso metodologie di empowerment le persone con disabilità affinché possano, quindi, realizzare una vita autonoma, autodeterminata, indipendente ed interindipendente”.

martedì 20 gennaio 2009

la dura realtà

Stamattina mentre ero in tram, per ragiungere Rovigo, ho letto su un quotidiano un frase molto bella che mi ha davvero colpito......più o meno recitava così:
"............. sono soprattutto i disabili che una società efficente e produttiva come la nostra cerca di rendere "invisibili"....".
Ecco secondo me questa frase rende prorio l'idea di come la società concepisce i disabili e non solo, anche malati gravi, anziani,ecc.. insomma quella fascia più debole che non può essere così d'aiuto alla società, anzi invoca proprio quell' aiuto che purtroppo non ha ancora abbastanza voce per far valere i propri diritti, diritti che dovrebbero, e sottolineo dovrebbero essere tutelati in una società assistenziale come la nostra.....perlomeno così stabilisce la legge.
Lascio A VOI I COMMENTI

la derisione


Oggi ho assistito ad una scena a cui mai e poi mai avrei voluto assistere.
Mi trovavo alla stazione dei tram per raggiungere la facoltà, ad un certo punto notai il solito gruppetto di ragazze sui 12-13 anni che rideva e sussurrava qualcosa......seguii i loro sguardi e vidi a poca distanza Pino, penso sia questo il suo nome, il disabile che spesso prende il mio tram per andare al suo centro di accoglienza, dove lavora.
Queste ragazzine cominciarono a fissarlo con sguardi molto "fastidiosi" forse per mettelo in imbarazzo, imbarazzo che però lui non provò, forse perchè abituato a quegli sguardi, anzi si avvicinò creando sgomento e imbarazzo all'interno del gruppetto.
Con un tono di voce molto dolce Pino chiese:" Sono le tre, non è che il tram sia già passato dato che di solito passa alle 2.50!"
"Non sò" rispose una ragazza tra le risate delle sue amiche,
"forse sì è già passato!" continuò ridendo sotto i denti
Allora Pino un po' turbato le chiese se fosse sicura " perchè allora devo chiamare la mia mamma che mi venga a prendere "continuò lui.
"si si sono sicura chiamala" aggiunse la ragazzina........continuando a ridere.
Devo dire che in quelle poche frasi lessi una tale cattiveria che ancora adesso mi irrita,
allora mi avvicinai io, guardai fissa la ragazzina negli occhi
e dissi a Pino:"no,no il tram non è passato e solo in ritardo...arriverà.."
Le ragazze invece di sentirsi umigliate mi guardarono stupite, quasi indispettite, come se avessi messo la parola fine ad un loro gioco.
"ah, grazie" mi disse Pino,
"meno male perchè la mamma non mi ha ancora fatto la ricarica da 5 quindi non sapevo come avvisarla".
Tuttora non riesco ancora a capire come abbiano potuto quelle ragazze a prendersi gioco di Pino, un gioco che lascia trapelare una società marcia priva di valori

lunedì 19 gennaio 2009

welfar


Oggi mentre leggevo un quotidiano mi ha colpito un articolo che narrava il seguente tema:
La riforma del welfare, avviata dalla legge quadro n. 328/2000, ha messo in moto un processo di definizione del wefare locale che sta mobilitando molte e diverse forze: amministratori regionali e comunali, rappresentati di associazioni, gestori di imprese sociali. La regione Lombardia con una serie di recenti atti amministrativi ha definito le nuove unità di offerta conosciute come Comunità alloggio socio sanitarie (CSS) e Centri diurni per persone con disabilità (CDD). Tale riassetto, unitamente alle nuove disposizioni in merito ai CSE ed alle Comunità alloggio ha determinato un cambiamento di mentalità e di cultura, che coinvolgerà l’intero mondo dei servizi. Gli obiettivi strategici di ogni riforma sono alti, tuttavia il loro raggiungimento è garantito solo dallo sforzo di comprensione della nuova realtà e di adeguamento al cambiamento di operatori che quotidianamente, nelle organizzazioni, modificano stili di lavoro comportamenti, relazioni coi cittadini. La finalità generale del progetto è volta ad offrire agli educatori professionali la possibilità di gestire il cambiamento dotandoli di strumenti per rileggere il loro ruolo all’interno delle diverse realtà operative.

il denaro schiaccia le persone


Ciao ragazzi......da quanto.....
effettivamente è da un po' che non ci si sente.....scuasate ma ho avuto qualche problema a casa quindi il mtempo da dedicare al mio blog si è drasticamente ridotto.
Ma l'importante è che ora TUTTO si sia sistemato.
Oggi mi ha chiamato l'educatrice della cooperativa in cui lavoro dicendomi, con un tono che lasciava trapelare sentimenti di rabbia, delusione e tanta tanta amarezza, che i progetti per le attività di "sollievo" non sono state accolte dalla nuova aquipe, di consequenza non esisteranno più week-end, più attività extra didattiche, nulla di nulla.
Io lì per li ero incredula e assolutamente perplessa data l'importanza di questi progetti, importanza che era stata assolutamente dichiarata dalla precedente equipe.
Ovviamente il motivo per cui sono state "taglite"queste attività affonda le sue radici nell'ambito economico: mancano i fondi quindi non si possono creare questi progetti.
A pagare sono ovviamente i disabili e le loro famiglie che avevano sottolineato la fondamentale importanza e utilità del progetto.
Sono davvero dispiaciuta, tuttavia l'educatrice mi ha detto che non si è ancora arresa, è che sarà lei a dare voce a tutte quelle persone che vengono assolutamante calpestate dal mostro che ormai domina tutto e tutti: il denaro.